N° 71
1.
Spazio,
ultima frontiera. Così recitava uno slogan degli anni 60. Quella frontiera è
forse stata raggiunta ma certo non ancora superata.
A bordo della stazione
spaziale orbitante che funge da quartier generale operativo dell’organizzazione
dell’ONU nota come S.W.O.R.D.[1]
l’agente David Adamson, si è rivelato come una spia dell’Impero Kree e dopo
aver abbattuto Capitan America ed i suoi stessi uomini, sta apparentemente per
distruggere l’enigmatico cristallo di cavorite.
Il
colpo sparato dalla sua pistola speciale si infrange contro la teca che
contiene il cristallo senza fare danni.
-Dovevo immaginarlo.- commenta il presunto
Adamson -Devo regolare l’uniraggio ad una frequenza più alta.-
-Tu non farai niente.-
Capitan
America è in piedi sulla soglia appoggiata allo stipite.
-Cotta di maglia…- spiega -… molto resistente…
ma fa un male d’inferno lo stesso. Dovresti stare più attento con la potenza di
quella tua arma. Ora allontanati dal cristallo, traditore. Non ho capito quel
che hai detto, ma non mi occorre un traduttore per sapere che hai cattive
intenzioni.-
-Non sono un traditore.- replica l’altro -Sono
un leale ufficiale della Flotta Stellare Kree e faccio solo il mio dovere.-
-Non lo dicevano anche ad Auschwitz?- ribatte
Cap lanciandosi in avanti -Ti hanno parlato di Auschwitz quando ti hanno
addestrato per questa missione?-
“Adamson”
spara ancora ma lo scudo resiste ai suoi colpi e Liz Mace gli è addosso
sbattendolo a terra e facendogli perdere la presa sulla sua arma.
-Adesso… spia…- gli dice -… mi dirai tutto di
te.
-Capitano Tir-Zarr Flotta Stellare Kree…
attenta!-
Istintivamente
Liz si volta e vede due soldati Aakon[2]
che la stanno prendendo di mira. Con un movimento rapido lancia lo scudo
abbattendone uno. Con una capriola all’indietro piomba sul secondo sferrandogli
un calcio.
Alle
sue spalle l’alieno che ha detto di chiamarsi Tir-Zarr allunga la mano verso la
sua arma caduta ma lo scudo saetta davanti a lui.
-Non provarci.- gli intima Cap, poi recupera
l’arma e quindi gli chiede -Perché mi hai avvertito e non hai semplicemente
lasciato che quegli Aakon mi uccidessero?-
-Non lo so.- risponde il Kree -Mi è venuto
istintivo. Forse è perché gli Aakon sono nemici dei Kree… o forse non mi andava
che la uccidessero a tradimento… maggiore.-
Il
riferimento al suo grado effettivo nei Marines fa capire a Liz che Tir-Zarr ha
capito la sua vera identità. Del resto se lo aspettava: sapeva benissimo che
dal momento che fosse apparsa nei panni di Capitan America tutti avrebbero
fatto la connessione con l’unica estranea bionda a bordo della stazione. Non si
disturba a negare e si rivolge ancora al prigioniero:
-Dovrei credere che hai agito per salvarmi la
vita quando prima tu stesso hai tentato ti uccidermi?-
-Era diverso.- replica l’altro -E comunque non
ho ucciso nessuno: l’uniraggio era tarato su “Non letale” o la tua vantata
cotta di maglia non sarebbe bastata a proteggerti. Tutti gli agenti si
sveglieranno in un paio d’ore sentendosi appena un po’ ammaccati.-
-Mi fa piacere saperlo.-
A
parlare è stata Abigail Brand, la Direttrice dello S.W.O.R.D. dai capelli
verdi, apparsa sulla soglia assieme ad un gruppo di agenti in tenuta da
battaglia.
-Capitan America…- dice avanzando nella stanza
-… vedo che il nostro trucchetto di tenere segreta la tua presenza a bordo ha
dato i suoi frutti. Immagino che sarai felice di sapere che il colonnello Rossi
e il Maggiore Mace sono al sicuro nei loro alloggi, me ne sono assicurata
personalmente.-
La
Brand le sta fornendo un alibi? Ma perché? Liz non ha il tempo di chiederselo.
Abigail si ferma davanti all’ufficiale Kree e lo apostrofa:
-Da quanto tempo hai preso il posto di David
Adamson? Che ne è di quello vero?-
Tir-Zarr
scuote la testa.
-Mi spiace Direttore, lei sa benissimo che
secondo la Convenzione di Fornex io sono tenuto a fornirle solo…-
-Io so che la Terra non ha mai firmato la
Convenzione di Fornex… e so anche che non si applica alle spie come te.
Portatelo via, lo interrogherò più tardi.-
Mentre
i suoi uomini portano via i prigioniero Kree, Abigail si volge verso Capitan
America:
-Skrull, Aakon ed ora i Kree. Tutti vogliono
quel dannato cristallo. Ci manca solo che si facciano vivi gli Shi’Ar e siamo a
posto.-
Improvvisamente
si ode il suono penetrante di una sirena seguito da una voce proveniente da un
altoparlante:
<<Attenzione: astronave sconosciuta in
avvicinamento. Ripeto: astronave sconosciuta in avvicinamento.>>
Abigail
Brand commenta:
-Forse dovrei imparare a stare zitta.-
Molto
lontano da lì sul pianeta Terra, nella città nota come New York, nel quartiere
chiamato Harlem, un ragazzo in costume sta combattendo i fanatici razzisti noti
come Figli del Serpente.
L’eroe
adolescente in costume il cui nome di battaglia è Patriot si batte bene,
saltando ed evitando i proiettili o deviandoli col suo scudo triangolare mentre
colpisce gli avversari con pugni e calci e, pur consapevole di quanto sia quasi
impossibile il suo compito, non smette di combattere sotto l’occhio impietoso
di una telecamera mentre in lontananza si odono le sirene della Polizia e delle
ambulanze.
Improvvisamente
una freccia saetta nell’aria conficcandosi nella canna della pistola di uno dei
Figli del Serpente che stava per sparargli alle spalle. L’arma esplode in faccia
allo sparatore.
Con
un agile balzo una ragazza balza in mezzo ai Figli del Serpente a fianco di
Patriot. Ha i capelli corvini, indossa un costume nero ed una maschera nera con
le punte, sulle spalle ha una faretra ripiena di frecce e nella mano destra un
arco.
-K… voglio dire Black Arrow!- esclama Patriot
-Che ci fai qui?-
-A te che sembra?- ribatte Kate Bishop alias
Black Arrow -Ti sto dando una mano. Non dirmi che ti dispiace.-
-Non ci penso nemmeno. Sono felice di
vederti.-
-Stanno arrivando anche gli altri. Intanto
diamo a questi razzisti quel che si meritano.-
E
Patriot riprende a darsi da fare con rinnovato vigore.
Un
luogo segreto. Non molto tempo fa.
-Signori…- esordisce
il Leader del Consiglio Ombra -Credo sia doveroso fare una analisi della
situazione. L’Hydra si è riunificata sotto la leadership del Barone Strucker,
il Supremo Hydra; l’Impero Segreto non fa parlare di sé, il Teschio Rosso e il
Seminatore d’Odio se ne stanno quieti, almeno per ora. L’A.I.M si divide
attualmente in tre fazioni: la prima fa capo allo Scienziato Supremo ed è
alleata al Teschio Rosso; la seconda fa capo a MODOK ed ha come unico obiettivo
la distruzione della prima fazione; la terza è costituita dalla neonata A.I.D.
guidata dalla dottoressa Monica Rappaccini, che si specializzata in mezzi di
distruzione di massa e ciascuna di queste organizzazioni è gelosa e rivale
dell’altra. E infine ci siamo noi, che non siamo interessati a questi inutili
dissapori: noi perseguiamo solo il potere. La nostra organizzazione agisce
dietro le quinte ma ha già ottenuto interessanti successi come: il controllo
del Progetto Rinascita e l’attentato al Quartier Generale del F.B.S.A. che ha
messo in luce le lacune di sicurezza di quell’agenzia portandoci sempre di più
vicini ad ottenere quel potere che ci spetta di diritto.-[3]
-Io credo che per
ottenerlo bisogna prima eliminare i supereroi, rappresentanti riconosciuti di
un falso ordine precostituito.- interviene il numero 2, una donna.
-Io avrei anche
un’altra opzione.- interviene un altro.
-Esprimi pure la tua
opinione.- concede il Leader.
-Bisogna trattare col
nemico alla pari. Mandare degli esseri superpotenziati contro di loro: il
nostro reparto scientifico sta attualmente lavorando a dei nuovi, ambiziosi
progetti. Dobbiamo solo trovare dei soggetti adatti.-
-La tua proposta è
accettata.- annuisce il Leader -Io, tuttavia, penso anche al reclutamento di
superesseri già in attività: non è possibile che nessuno di loro rimanga
affascinato dalla prospettiva del potere assoluto. Vorrei in particolar modo
trovare qualcuno che si opponga a Capitan America e agli altri cosiddetti eroi
patriottici che hanno interferito con la nostra opera di controllo dei
superesseri.-
-Un opposto di
Capitan America? Un Anti-Cap?- commenta la Numero Due.
-Sì. Mi piace questo
termine… ma dovrà essere una cosa molto sottile: il nostro uomo dovrà essere un
eroe migliore di Capitan America… coprire il vuoto lasciato dalla sua scomparsa
e guadagnarsi il favore del pubblico con i suoi atti eroici.-
-Sì… si può fare.-
conviene il Numero Sette -Mi incaricherò di selezionare candidati adatti.-
-Molto
bene.- conclude il Leader -Non ci resta che procedere.-
2.
Quella che appare sullo
schermo della sala operativa della stazione spaziale è decisamente un’enorme
astronave da battaglia pesantemente armata.
-Un’astronave Skrull.- spiega Abigail Brand a
Capitan America -Ci mancava solo il suo arrivo. Se non altro ha messo in fuga gli
Aakon… che è come rallegrarsi di essere scappati dalla padella per finire nella
brace.-
-Perché crede che sia qui?- le chiede Liz.
Come
in risposta alla sua domanda su tutti i canali di comunicazione si ode una voce
maschile stentorea:
<<Attenzione Stazione Spaziale
S.W.O.R.D. qui è l’incrociatore da battaglia Skrull Generale Kalxor. Io sono il
Comandante Kl’rt e richiedo il permesso di salire a bordo.>>
Ha
usato la tradizionale formula marinara di cortesia prima di salire a bodo di
una qualunque nave, un gesto che non sfugge a Capitan America.
-Nientemeno che l’originale Super Skrull in
persona.- commenta la Brand -Che onore.-
-Che intende fare?- chiede Cap.
-Considerato che quell’astronave ha abbastanza
potenza di fuoco da obliterarci tutti e che apparentemente non sembra avere
intenzioni ostili, potremmo provare a dargli ascolto.- interviene Miss Marvel
appena rientrata dallo scontro con gli Aakon nello spazio esterno.
-Una rara prova di saggezza da una guerriera
nata.- commenta sarcasticamente Abigail -Io credo che gli daremmo comunque del
filo da torcere ma non ha senso combattere una battaglia che nessuno vuole.
Giochiamo al suo gioco. Comandante Kl’rt, sono il Direttore dello S.W.O.R.D.
Abigail Brand. Ha il permesso di salire a bordo… da solo e disarmato.-
Un
attimo di silenzio e poi la risposta:
<<Sta bene Direttore Brand.>>
Pochi
minuti dopo il Super Skrull è a bordo della stazione spaziale. Liz Mace cerca
di non darlo a vedere ma è impressionata: era appena una ragazzina quando il
Super Skrull arrivò per la prima volta sulla Terra[4]
ed in seguito si è aggiornata sui suoi ripetuti scontri con vari superesseri.
-Tagliamo corto sui preamboli…- dice la Brand
-… perché se qui Kl’rt?-
-Sono venuto a reclamare una vostra
prigioniera: la mia guardia del corpo De’Lila.- --La tua cosa?- interviene Miss
Marvel –E che bisogno hai tu di una guardia del corpo?-
-Il mio attuale grado lo impone, donna.- è la
secca risposta.
-Beh… la tua guardia del
corpo è anche una spia…- replica Abigail -… e devo ammettere che ne sono
rimasta sorpresa. Credevo che avessi stipulato un accordo con la Guardia
dell’Infinito in base al quale, cito testualmente: “Il futuro impero si impegna a non
aprire fronti di guerra troppo vicini all'area di influenza della Terra e a non
agire in maniera diretta contro il pianeta”.-[5]
-Lei è molto ben informata, Direttrice Brand,
ma non abbastanza o saprebbe che ho aggiunto di non poter garantire che non ci
sarebbero state azioni di intelligence. Purtroppo la ricomparsa di un cristallo
di cavorite in questo settore di spazio ci ha forzato la mano e devo ammettere
che De’Lila ha agito con eccesso di zelo.-
-Eccesso di zelo?- esclama Liz -Ci… ha quasi
ucciso l’intero equipaggio di uno shuttle per distruggere quel dannato
cristallo.-
Kl’rt
si volge verso di lei:
-Tu sei la nuova Capitan America, giusto? Ho
conosciuto l’originale: valoroso combattente e ottimo soldato… molto idealista.
Se vali anche solo la metà di lui, meriti il mio rispetto donna… ma parli
comunque a sproposito.-
-Ma come ti permetti…-
Il
Super Skrull la ignora e prosegue:
-Il cristallo che avete trovato è molto
instabile. Se raggiungesse la massa critica, le conseguenze sarebbero
inimmaginabili.-
-Non ha torto.- commenta Miss Marvel -Una
volta mi sono battuta contro un tizio che si faceva chiamare Grottesco che ha
cercato di far esplodere un cristallo di cavorite sperando di distruggere la
Terra e dal cristallo si aprì un “buco” che risucchiò tutto quello che c’era
intorno per circa trecento piedi.[6]
Se accadesse su scala più ampia…-
-Esattamente quel che intendevo.- puntualizza
Kl’rt.
-E pensi che non possiamo occuparcene noi?-
ribatte la Brand.
-Voi Terrestri non siete attrezzati come noi o
i Kree.- replica il Super Skrull.
Prima
che Abigail o altri possano ribattere ancora, suona un altro allarme.
-E adesso?- esclama un’esasperata Brand.
-Viene da dove è custodito il cristallo.- dice
Miss Marvel.
-Che pessimo tempismo.- commenta la Brand.
-Non perdiamo tempo.- esclama Capitan America
e comincia a correre seguita dal Super Skrull.
Un
secondo dopo Miss Marvel le vola dietro.
-Che aspettate?- grida Abigail ai suoi uomini
-Non possiamo lasciar fare solo a quelle due.-
E
senza attendere oltre, si muove con le armi in pugno
Quando
Falcon si avvicina al letto di sua sorella Sarah nel pronto soccorso è lieto di
trovarla tutto sommato bene: le ferite riportate nell’esplosione che ha colpito
il quartier generale elettorale di Sam Wilson sono state lievi per fortuna.
Sarah
si sforza di sorridere.
-Vivrò… se è questo che temi.- gli dice.
-Lo so che sei dura da uccidere.- ribatte lui.
-Ora che l’hai detto puoi anche andare. Mi
lusinga che il più famoso supereroe nato a Harlem si preoccupi tanto della
semplice amministratrice di una parrocchia ma là fuori c’è gente che ha bisogno
di te. Non hai sentito che i Figli del Serpente stanno attaccando?-
-Sei sicura…?-
-Sono sicura di non aver bisogno di una balia
che mi tenga la mano e Jody sta già arrivando. Non servi a niente qui: fila.-
Falcon
sorride e si china su di lei sussurrandole:
-Sei grande, sorellona.-
-Puoi dirlo forte.- ribatte lei con un altro
sorriso.
Capitan
America e Miss Marvel sono le prime ad arrivare e notano subito il bagliore
proveniente dalla sala e gli oggetti fluttuanti che ne escono.
Liz
Mace si ripara con lo scudo mentre Carol Danvers li distrugge coi suoi colpi
fotonici.
-Il cristallo si è attivato e il suo campo
antigravitazionale si sta espandendo.- dice.
-Cosa possiamo fare?- chiede Cap.
-Molto poco.- risponde una voce alle sue
spalle.
Il
calore che sentono fa comprendere alle due donne ancor prima che si voltino che
è arrivato il Super Skrull e che sta usando i poteri della Torcia Umana.
Lo
Skrull si spegne atterrando e si avvicina loro.
-Il campo antigravitazionale creato dal
cristallo si sta espandendo in progressione geometrica.- spiega -Presto
ingloberà tutta questa stazione e andrà oltre.-
-Ma si fermerà non è vero?- chiede Liz. Non si
è mai sentita così impotente.
-Non è detto.- replica Kl’rt -In teoria
potrebbe espandersi all’infinito e sconvolgere le forze fondamentali che
tengono insieme l‘Universo... o creare un buco nero che assorbirebbe tutto. Il
cristallo è un’anomalia di cui perfino gli scienziati Skrull faticano a capire
la natura.-
-La spia Kree probabilmente voleva
distruggerlo ma forse le sue azioni sono riuscite solo ad attivarlo.- aggiunge
Miss Marvel.
-Cosa possiamo fare per fermarlo?-chiede Liz.
-Temo che le nostre capacità servano a ben
poco in questo caso.- conclude sconsolato il Super Skrull.
-Dove sono i Protettori dell’Universo quando
avresti davvero bisogno di loro?- esclama Abigail Brand appena sopraggiunta
-Scommetto che Molecola avrebbe già sistemato il problema con un battito di
ciglia… e forse anche la nostra Capitan Universo.-
-Se riuscissi ad attingere ai miei poteri di
Binary forse potrei fare qualcosa…- dice Carol -… ma avrei bisogno di uno
stimolo energetico che li attivi.-
-Questo può bastare?-
Mentre
dice così il Super Skrull la avvolge in una bolla di intenso calore. Un normale
essere umano sarebbe morto quasi istantaneamente ma Carol Danvers sopravvive e
non solo: la sua pelle sembra esplodere diventando del
colore del fuoco e i suoi capelli divengono fasci infuocati mentre si tramuta
in Binary. Senza dire una parola si alza in volo e si tuffa nel cuore del
bagliore argenteo.
Alle
sue spalle Capitan America prende la rincorsa e si getta nella sua scia.
-Che pazzia.-
commenta Kl’rt poi emette quello che potrebbe essere un sospiro e si infiamma.
Per Liz Mace è una sensazione nuova
e strana fluttuare senza peso. Le sessioni per prendere il brevetto di pilota
di jet non l’hanno preparata a questo. Vede Binary bersagliare di energia il
cristallo sempre più risplendente.
-Non ce la
faccio.- grida –Non ho
abbastanza energia per distruggere il cristallo.-
-Attingi alla mia.-
le dice il Super Skrull diventando sempre più risplendente avvicinandosi al
calore di una supernova.
Liz Mace si sente sempre più fuori
posto tra quei due giganti cosmici. Cosa credeva di poter fare lei? Registra
appena il fatto che il calore nova del Super Skrull non l’ha incenerita… anzi:
l’aria è piuttosto fredda. Ogni oncia di energia è assorbita da Binary che la
usa contro il cristallo ma l’unica cosa che sembra aver ottenuto è che il campo
antigravitazionale non si sta espandendo, poi il Super Skrull si spegne crolla
esausto, poi è il turno di Binary.
-NO!- urla Cap.
Con uno sforzo disperato lancia lo
scudo verso il cristallo. Non servirà a niente, si dice, ma non poteva restare
semplicemente a guardare, non poteva proprio.
Osserva lo scudo dirigersi verso il
cristallo e le sembra che si muova lentissimamente. Lo vede scomparire
nell’aura emanata dall’oggetto, poi c’è quella che sembra un’esplosione
silenziosa e un lampo di luce la avvolge.
Si sente fluttuare nel nulla mentre
davanti a lei appaiono i volti di suo padre sua madre, sua sorella e Marty
Mitchell… poi ecco suo fratello. Le sorride e le tende la mano.
“Jeff… ti ho deluso. Non sono stata all’altezza.”
“Non è vero. Va tutto bene… tutto bene”.
-Va tutto bene.-
Non è la voce di suo fratello ma
quella di una donna. Liz apre gli occhi e si trova davanti Carol Danvers
tornata Miss Marvel e Abigail Brand. Più discosto il Super Skrull. A quanto
pare, è nell’infermeria della stazione spaziale.
-Cos’è successo?-
chiede mettendosi a sedere e combattendo una leggera sensazione di nausea.
-Vorrei davvero
saperlo spiegare.- risponde Miss Marvel -In termini assolutamente non
scientifici, direi che la particolare composizione del tuo scudo ha dato il
colpo di grazia al cristallo che è imploso autodistruggendosi.-
-Vuoi dire che ce
l’abbiamo fatta?-
-Esattamente… e siamo
anche sopravvissuti per raccontarlo… grazie a Kl’rt che ci ha portato fuori in
tempo.
-Sarebbe stato indegno
di me lasciar morire due guerriere così valenti.- si limita a commentare il
Super Skrull.
-E… il mio scudo?-
chiede ancora Capitan America
Carol sorride prendendo lo scudo da un vicino
tavolo.
-Tieni.- le dice -A quanto
pare, è davvero indistruttibile.-
Liz lo afferra e se lo fissa al
polso destro.
-Grazie.- mormora.
-Beh…- le chiede Miss
Marvel -Come ci sente ad aver probabilmente salvato l’Universo?-
Capitan America esita un istante poi
sorride.
-Benissimo.- risponde.
3.
L’arrivo di Falcon è
provvidenziale per Black Arrow, che sarebbe colpita alle spalle da un Figlio
del Serpente se il supereroe nero non intervenisse piombando loro addosso
dall’alto.
-Grazie…- gli si
rivolge lei e subito incocca freccia con cui disarma un avversario -… ma non
credere che non sappia cavamela da sola.-
-Mai detto questo.-
ribatte Falcon.
L’arrivo di Falcon e quello
successivo delle Forze Speciali della Polizia e dei ragazzi noti come Giovani
Vendicatori costringono i Figli del Serpente a scappare ma pochi ci riescono.
-Qualcosa non mi
torna.- commenta, perplesso, Falcon.
-In che senso?-
chiede Black Arrow.
-Mi chiedo il senso
di tutti questi attacchi.- risponde lui -Non sembra esserci un piano.-
-Sono dei fanatici
razzisti, non basta?- replica Patriot.
-Questo vale per la
manovalanza ma in passato i loro capi avevano dei piani personali ed usavano il
fanatismo dei loro adepti come copertura dei loro veri obiettivi. Diavolo: per
ben tre volte il Serpente Supremo si è rivelato un membro di quelle minoranze
che diceva di voler combattere.-
-Cosa proponi?-
chiede Black Arrow -Non vogliamo essere tagliati fuori, sappilo.-
Sam Wilson sorride e replica:
-Non ne avevo
intenzione. Se volete partecipare, tu e Patriot siete i benvenuti. Quanto a
quel che voglio fare, è presto detto: voglio mettere in trappola i Figli del
Serpente e smascherare il Serpente Supremo. Mi aiuterete?-
-Puoi contarci.-
ribatte deciso, Patriot.
Simon Bixby accende il monitor che
si suddivide in sette parti: una più grande, centrale, per il leader e sei più
piccole per gli altri componenti del Consiglio Ombra le cui facce sono
oscurate. Lui ha dei sospetti sulle loro vere identità, pur sempre un agente
della C.I.A. e non uno sprovveduto dopotutto, ma preferisce tenerli per sé: non
sarebbe salutare esternarli.
<<Siamo
abbastanza soddisfatti di come sta procedendo il suo settore di operazioni
Bixby.>> esordisce il Leader <<Ha fatto un buon lavoro a cancellare
ogni traccia che potesse collegarci all’attentato all’F.B.S.A.>>
-Ho fatto solo quello
che ero incaricato di fare.- replica l’uomo.
<<Non sia
modesto, Bixby.>> interviene un altro membro del Consiglio un uomo dall’accento
britannico che si sforza vanamente, almeno per le orecchie allenate di Bixby,
di nascondere <<Apprezziamo davvero quello che sta facendo con… le
risorse superumane… e per questo abbiamo un nuovo incarico per lei ed i suoi
ragazzi.>>
Sam Wilson siede ad un diner di
Hell’s Kitchen assieme alla dottoressa Claire Temple. Le ultime ore sono state
sfibranti per entrambi. Se Sam ha avuto un bel po’ di problemi nei panni di
Falcon, Claire ha dovuto fare i conti con turni massacranti all’ambulatorio medico
gratuito che gestisce assieme al dottor Noah Burstein.
Entrambi si meritano un po’ di relax
ma non sempre si ottiene ciò che si vuole.
-Ma guarda se non è
proprio il vecchio Snap.-
Al suono di quella voce Sam Wilson
alza la testa. Chi lo ha chiamato con un soprannome che preferirebbe
dimenticare?
In piedi accanto al loro tavolo c’è
un nero alto e massiccio con la testa rasata e la barba rada.
-Non dirmi che non ti
ricordi di me, Snap?-
Sam ripesca dalla memoria immagini
che ha sepolto nel subconscio per troppo tempo ed esclama:
-Geoffrey?-
4.
Seduti in un salottino privato di un
locale di Harlem, Sam Wilson ed un suo vecchio conoscente si confrontano.
-Sono contento che
hai accettato il mio invito, Snap.- dice il nero massiccio e barbuto.
-Non mi hai dato
molta scelta, mi pare, Geoff.- ribatte Sam.
L’uomo il cui nome è Geoffrey Wilder
sorride sornione e replica:
-Dovevamo discutere
di cose importanti… cose che riguardano i vecchi tempi, Snap. Mi dispiace di
aver rovinato i tuoi piani per la serata con la tua amica… bella donna se mi
consenti.-
-Lei lasciala fuori…
e non chiamarmi Snap. Il mio nome è Sam.-
-Come vuoi… Sam.
Curioso come cambia la gente. Quando stavi a Los Angeles non volevi
assolutamente che ti chiamassimo così, preferivi proprio Snap.-
-All’epoca non… non
ero esattamente me stesso. Ora sono cambiato.-
-Chi di noi non lo è?
Ma eravamo un bel gruppo non credi? A proposito… Catherine ti saluta.-
-Catherine.- mormora
Sam -Tu e lei siete ancora sposati?-
-Ancora dopo quasi
vent’anni. Incredibile, vero? Nostro figlio sta per iniziare l’ultimo anno del
liceo. Non sa cosa fa davvero suo padre per vivere…e non dovrà mai saperlo.
Pensa che sia un uomo d’affari, che traffichi in azioni e titoli.-
-E in cosa traffichi
invece, Geoff? Droga? Esseri umani? Cos’altro?-
La sola risposta è un altro sorriso
sornione, poi Wilder prosegue:
-Quando scomparisti ci
rimanemmo tutti male. Credemmo fossi morto, immagina la nostra sorpresa… e la
nostra rabbia quando improvvisamene ricomparisti e ti consegnasti alle autorità
per poi dichiararti colpevole dei reati da te commessi facendo anche un bel po’
di nomi… non il mio per mia fortuna.-
-Eri solo un pesce
piccolo…- replica Sam -… e avevi una moglie ed un figlio piccolo, perché
rovinare loro la vita?-
-Suppongo che dovrei
ringraziarti allora… e forse dovrebbe farlo anche Lotus Newmark. Ti ricordi di
Lotus?-
-Lotus… sì, non l’ho
dimenticata.-
-E nemmeno lei credo.
In fondo si può dire che è grazie a te che è diventata il big boss della Contea
di Los Angeles: il repulisti fatto dalle autorità grazie alle tue rivelazioni
le ha aperto la strada fino alla cima.-
L’estrema ironia del destino, pensa
con un sorriso amaro Sam. Ricorda Lotus Newmark: una ragazza bella, ambiziosa,
selvaggia. Mezza cinese e mezza chissà cos’altro, donna da prendere con le
molle ma molto sensuale.
-È stata lei a
mandarmi qui.- continua Wilder -Non so perché ma si è improvvisamente ricordata
dell’aereo su cui eri quando sei scomparso di ritorno da Brasile. Un aereo
carico di merce per dieci milioni di dollari.-
-Quel… quell’aereo è
scomparso inghiottito dal Mar dei Caraibi… io mi sono salvato a stento e il
pilota ci ha rimesso la pelle.-
-Il che fa di te la
sola persona vivente che sa dove si trova il relitto… ed è là che mi condurrai
per recuperare la merce.-
-E perché mai dovrei
farlo? Perché dovrei aiutare dei criminali proprio adesso? Come pensi di
convincermi? Non hai nulla con cui ricattarmi: il mio passato è di pubblico
dominio e ho scontato la mia pena.-
-Ma hai anche una
sorella e un nipote… per tacere della tua amica dottoressa.-
-Bastardo!- esclama
Sam scattando in piedi ed afferrando Wilder per il bavero -Se provi a far loro
del male…-
-Non è mia intenzione
fargliene, credimi.- ribatte, per nulla turbato, il suo interlocutore -Se
accetti la mia proposta saranno perfettamente al sicuro, ma se rifiuti o se mi
denunci e cerchi di farmi arrestare, saranno tutti morti entro domattina. Tu mi
conosci… e conosci anche Lotus: sai che lei non sa nemmeno cosa sia uno
scherzo.-
Già, pensa Sam, è spietata e senza
cuore.
-D’accordo- risponde
lascando andare Wilder -Ma se poi alla mia famiglia ed ai miei amici accade
qualcosa… tu e Lotus ve ne pentirete per il resto delle vostre vite, puoi
starne certo.-
-Ti credo…Sam.-
replica, serio Geoffrey Wilder -Anch’io so quando non scherzi.-
La MacDill Air Force Base si trova a
circa 4 miglia[7] a
sud-sudovest di Tampa in Florida. È la sede del 6° Stormo trasporti
dell’Aviazione militare americana e soprattutto del Comando Combattente
Unificato Centrale che sovraintende alle Forze Armate destinate ad intervenire
in Medio Oriente, Egitto e Asia Centrale, il che ne fa al momento attuale una
delle installazioni militari meglio sorvegliate degli Stati Uniti.
Ma
non è questo che ci interessa adesso, bensì la giovane donna bionda e dagli
occhi azzurri vestita con l’uniforme di servizio color verde oliva dei Marines
che dal patio di una villetta all’interno della base osserva il tramonto del
sole.
È
stata una giornata dura per Elizabeth Mary Mace ed il ricordo delle ultime ore
è ancora vivido in lei.
Abigail
Brand e Carol Danvers hanno coperto la sua identità di Capitan America con Mike
Rossi, che essendo rimasto svenuto tutto il tempo, non ha nemmeno saputo del
suo intervento anche se le è sembrato comunque sospettoso... ma forse è una
paranoia sua.
-Come tuo solito,
Rossi, hai dormito tutto il tempo.- lo ha apostrofato Abigail.
-Il che, lo ammetto,
è insolito in tua presenza cara Abby.- ha replicato lui ridendo.
-Sparisci.-
Rossi ha sogghignato e si è rivolto
a Carol Danvers:
-Vorrei dirti, Carol,
che è stato bello rivederti… sia pure per poco.-
-Anche per me.- ha
risposto lei accennando un sorriso -Cerca di non metterti nei guai, Asso.-
-Mi conosci: è
impossibile.-
-Quante inutili
smancerie.- commenta la Brand.
A
quanto sembra, ha deciso di rilasciare la spia Skrull De’Lila come gesto di
buona volontà e ringraziamento per l’aiuto prestato dal Super Skrull nella
crisi del cristallo di cavorite. Che ne sarà della spia Kree non ha voluto
dirlo.
Poco
prima di raggiungere la sua nave Kl’rt si è fermato davanti a loro facendo
l’equivalente Skrull del saluto militare e ha fissato per un attimo in più Liz
come se avesse capito chi è anche se sta indossando la sua uniforme da Maggiore
dei Marines. Impressione rafforzata dal leggero inchino che ha fatto.
Pochi
minuti uno shuttle dello S.W.O.R.D. li ha riportati sulla Terra lasciandoli a
MacDill per consentire a Mike di fare immediato rapporto sul fato del cristallo
alla locale postazione della D.I.A.
-A cosa pensi?-
La voce la scuote dai suoi pensieri.
Liz si volta e si trova davanti Mike Rossi in uniforme azzurra dell’Aviazione.
-Ripensavo agli
ultimi avvenimenti.- risponde -È stato tutto così insolito per me.-
-Resta al mio fianco
per un po’ e ti abituerai all’insolito, vedrai.- replica sorridendo, Rossi -Ti
ho mai raccontato di quando ho fatto evadere Rogue dall’Eliveicolo?-[8]
-Solo un centinaio di
volte.-
-Sul serio? Devo
stare invecchiando.-
-Che ci fai qui?-
-Sono venuto a dirti
che siamo invitati a cena dal comandante. Non possiamo dire di no: ci sarà
anche il Generale Austin.-[9]
-Oddio… non ci vorrà
l’uniforme da sera vero? Non l’ho portata con me.-
Rossi fa un’allegra risata e
replica:
-Tranquilla, sarà una
serata abbastanza informale.-
-Vado a prepararmi.-
dice Liz.
Si ferma di colpo sulla soglia e si
volta verso Rossi chiedendogli a bruciapelo:
-Cosa c’è stato tra
te e Carol Danvers? Perché c’è stato qualcosa, non negarlo.-
-Perché me lo
chiedi?- ribatte Mike -Sei gelosa forse?-
-Io…- balbetta
imbarazzata Liz -… certo che no, che motivo avrei? È solo curiosità femminile.-
-Certo… certo. Beh,
se ci tieni proprio a saperlo, siamo stati insieme per un po’ poi ci siamo
lasciati poco dopo la sua rocambolesca fuga dalla Russia e prima che lei
diventasse Capo della Sicurezza del Kennedy Space Center. Non sono certo di
ricordare perché, ma sono abbastanza sicuro che è stata colpa mia.-
Un velo di tristezza cala sul volo
di Rossi e Liz capisce che è stata una cosa davvero seria.
-E Abigail Brand?-
Mike sogghigna e replica:
-Ah… davvero questa
mi sembra una crisi di gelosia. Mi appello al Quinto Emendamento avvocato.-
Fa un paio di passi verso di lei
dice:
-Tutto questo parlare
della mia vita sentimentale mi ha fatto venire in mente una cosa.-
-Cosa?-
-Questo.-
Con un movimento rapido la afferra
alla vita attirandola a sé e baciandola.
-Mike… ti prego.-
balbetta Liz -Ci siamo già passati e non va bene.-
-A me pare che sia
andata benissimo.- replica lui baciandola ancora.
-Il comandante…-
-Aspetterà… è ancora
presto.-
Liz cessa la sua debolissima
resistenza e ricambia il bacio. Il suo pensiero va a Marty Mitchell, poi smette
di pensare e si lascia andare mentre Rossi chiude la porta del Bungalow alle
loro spalle.
Belinda Scott è a bordo della
postazione mobile della WFSK e rivede il “girato” del giorno. Tutto molto
interessante ma nulla di veramente eccezionale. Si rilassa un attimo ed è
allora che nota l’auto ferma a fianco del furgone: quello a bordo è Sam Wilson
con a fianco un altro uomo di colore. Hanno appena imboccato l’uscita per
l’aeroporto La Guardia. Ma perché? Certo potrebbero andare in qualunque altra
parte di Queens, ma qualcosa le dice che non è così.
Il lavoro di una giornalista
investigativa è fatto in buona parte di istinto e Linda era una brava
giornalista investigativa prima di farsi risucchiare dai reality show e talk
show e non è ancora arrugginita.
-Frank…- ordina
all’autista -… vai dietro a quell’auto blu.-
Seguirà il suo istinto e accada quel
che accada.
5.
L’Aeroporto Internazionale di Tampa
è abbastanza affollato ma Sam Wilson non fatica a capire chi li sta aspettando.
Riconosce immediatamente Lotus Newmark, che indossa una camicetta annodata
all’altezza del seno, pantaloni aderenti e porta i lunghi capelli neri
agghindati in una treccia che ricade lungo la schiena. Con lei ci sono dei
guardaspalle robusti e una donna dai capelli castani che non ha affatto l’aria
del gangster ma della manager.
-Snap Wilson!-
esclama Lotus e senza badare a quelli che li guardano gli afferra il viso e lo
bacia, poi lo lascia e gli molla una schiaffone -Questo è perché non ti sei
fatto sentire per anni.-
-Non sei cambiata in
tutti questi anni, Lotus.- commenta Sam massaggiandosi la guancia -Per niente.-
-Certo che sì, Snap.-
ribatte lei -Sono più cattiva.-
-Non ama più essere
chiamato Snap.- puntualizza Geoffrey Wilder.
-Io lo chiamo come mi
pare.- ribatte Lotus -Non mi frega un fico secco se ora è un pezzo grosso della
politica: quelli non mancano di certo nel mio libro paga. Ora non perdiamo
tempo e vediamo di trovare quel dannato aereo e il suo carico.-
-Ti avverto Lotus…-
le dice Sam -… io ho solo una vaga idea di dove può essere affondato l’aereo,
ero troppo impegnato a salvarmi la vita per prendere le coordinate corrette.-
-A questo penserò
io.- dice la donna misteriosa -Lei pensi solo a portarci nel luogo giusto.-
Sam vorrebbe fare delle domande ma
ci rinuncia: ha la sensazione che non avrebbe risposte soddisfacenti.
Fuori dall’aeroporto li attende
un’auto e tutti ci salgono a bordo. Sam Wilson è decisamente cupo: comunque
vada a finire, questa forzata rimpatriata, non sarà piacevole, questo è sicuro.
Joy Mercado entra nella redazione di
Now e subito il direttore Charlie Snow la chiama nel suo ufficio.
-A che punto è
l’inchiesta sulle bombe al Quartier Generale del F.B.S.A.?- le chiede.
-Ad un punto morto.-
ammette, sconsolata, la ragazza -Abbiamo smascherato un tecnico informatico
della sede dell’F.B.S.A. di New York che aveva alterato i loro file
sull’inchiesta facendo sparire chissà quali indizi, ma è stato assassinato
prima di poter parlare. Il mio… informatore a Quantico[10]
dice che cercando di risalire ai suoi contatti si sono imbattuti in una sfilza
di cadaveri. Dice anche che stanno lavorando per tentare di recuperare i dati
cancellati ma sono scettici.-
-Te la senti di
staccare per un po’ e di occuparti d’altro?-
-Non penserai di
togliermi la storia, vero?- esclama Joy -Sai quanto è importante!-
-Per via di Jeff
Mace, vero?- replica Snow -Tranquilla… è importante per tutti noi qui dentro,
specie per me. Mi piaceva quel ragazzo… non nel modo in cui piaceva a te,
ovvio… era un po’ ingenuo, forse, ma in gamba. Puoi continuare a seguire la sua
storia ma vorrei anche che ti occupassi d’altro. Ti ricordi di Frank Raymond?-
-Chi? Aspetta… Ma
certo: non è quell’avvocato di colore famoso per le cause sui diritti civili
che venne qui a fare una scenata su un articolo su un centro giovanile? Me n’ero
quasi dimenticata. Aveva minacciato di farci causa, se non sbaglio.-
-Esattamente. Era un
articolo sul fatto che il Centro Sociale Richard B. Ayers era il paravento di
un traffico di droga… cosa che credono sia la Polizia che la Procura
Distrettuale, peraltro. Vorrei che tu dessi una mano a Kat Farrell, che ha
scritto l’articolo originale a rivedere i fatti in caso la minaccia di Raymond
diventi reale.-
-Uhm... posso farlo,
certo, ma a Kat piacerà che faccia le pulci al suo lavoro?-
-Non preoccuparti di
questo e fa quel che ti chiedo… per favore.-
Liz
Mace passeggia per le vie di Tampa immersa nei suoi pensieri. Per quanto si
fosse ripromessa di non farlo, ci è ricascata con Mike Rossi ed ora è in preda
ai sensi di colpa. Come Capitan America dovrebbe essere un esempio di
rettitudine ma come può pretendere di esserlo se non riesce ad essere onesta
nemmeno con l’uomo che ama?
Forse è perché sta pensando a Marty
Mitchell che Liz nota la coppia composta da un uomo di colore di circa un metro
e novanta e una giovane donna bianca e bionda o forse li avrebbe notati
comunque. Con quel fisico e gli occhiali scuri che accentuano la sua aria
misteriosa lui non passa certo inosservato e lei è il tipo che gli uomini si
voltano a guardare una seconda volta. Lui, poi, le sembra vagamente familiare,
ma forse è perché assomiglia ad un attore.
Distratta, Liz si ritrova a sbattere
contro qualcuno davanti a lei: un altro uomo di colore, tanto per cambiare.
-Mi scusi…- farfuglia
-… io…-
Di colpo si ferma. Lo ha riconosciuto:
è Sam Wilson. Prima che lei possa dire qualcosa, è lui a dire:
-Non c’è problema,
signorina, stia solo più attenta la prossima volta.-
Ha fatto finta di non riconoscerla,
ma perché? Deve avere a che fare con quelli con cui è in compagnia. Che sia
prigioniero? Di sicuro non è per caso che le ha detto di stare attenta.
Sì: c’è certamente qualcosa che non
va e l’istinto le dice che se vorrà scoprire cos’è, dovrà farlo nei panni di
Capitan America.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
E così finisce anche
questa storia che qualcuno di voi potrebbe aver trovato un po’ anomala. Solo
poche cose da sottolineare:
1)
In questa storia veniamo a sapere che
l’uomo di colore visto negli ultimi due episodi è Geoffrey Wilder, personaggio
creato da Brian K. Vaughn & Adrian Alphona nella serie Runaways. Questa è
la sua prima apparizione MIT e la sua biografia sarà un po’ diversa da quella
dell’Universo Marvel tradizionale. Tanto per cominciare, i suoi trascorsi con
Snap Wilson sono un’idea mia
2)
Se non sapete chi è Kl’rt il Super
Skrull, è inutile perfino che ve ne parli. Vi basti sapere che, come rivelato
nella serie MIT dedicata alla Guardia dell’Infinito, è di recente divenuto Comandante in Capo dell'Esercito del Principato di
Satriani, uno degli stati che reclamano l’eredità dell’Impero Skrull.
3)
Il Centro Sociale Richard B. Ayers è
stato chiamato così in omaggio a Dick Ayers, leggendario inchiostratore delle
matite di Jack Kirby nei primissimi anni della Marvel morto all’età di 90 anni
nel maggio 2014.
4)
L’uomo di colore e la donna bionda
incrociati da Liz Mace a Tampa altri non sono che Blade e Donna Garth anche
loro in Florida per ragioni che saprete leggendo l’ultimo episodi de La Tomba
di Dracula.
5)
Infine, il solito ringraziamento a Fabio
Volino per aver fornito una scena (sia pure parzialmente rielaborata da me) e
lo spunto per un paio di sottotrame. Grazie Fabio.
Nel
prossimo episodio ci immergeremo in atmosfere da film noir e da gangster story,
ma non dimenticheremo certo le nostre abituali sottotrame.
A presto.
Carlo
[1] Sentient World
Observation and Response Department.
[2] Una razza aliena che abita un settore della Via Lattea ed è in perenne antagonismo coi Kree.
[3] Nell’episodio #50.
[4] Molto tempo fa su Fantastic Four Vol. 1° #18 (Prima edizione italiana Fantastici Quattro, Corno #13).
[5] Come visto su La Guardia dell’Infinito MIT #25.
[6] Circa 91 metri
[7] Circa 6,4 chilometri.
[8] Su Uncanny X-Men #182 (In Italia su Gli Incredibili X-Men #10.
[9] Il Generale Lloyd Austin Esercito degli Stati Uniti, Ufficiale Comandante del Comando Combattente Unificato Centrale.
[10] Località della Virginia dov’è situata la base temporanea del F.B.S.A.