N° 71

 

NON DIMENTICARE I VECCHI AMICI

 

Di Carlo Monni (con l’amichevole assistenza di Fabio Volino)

 

 

1.

 

 

            Spazio, ultima frontiera. Così recitava uno slogan degli anni 60. Quella frontiera è forse stata raggiunta ma certo non ancora superata.

A bordo della stazione spaziale orbitante che funge da quartier generale operativo dell’organizzazione dell’ONU nota come S.W.O.R.D.[1] l’agente David Adamson, si è rivelato come una spia dell’Impero Kree e dopo aver abbattuto Capitan America ed i suoi stessi uomini, sta apparentemente per distruggere l’enigmatico cristallo di cavorite.

            Il colpo sparato dalla sua pistola speciale si infrange contro la teca che contiene il cristallo senza fare danni.

-Dovevo immaginarlo.- commenta il presunto Adamson -Devo regolare l’uniraggio ad una frequenza più alta.-

-Tu non farai niente.-

            Capitan America è in piedi sulla soglia appoggiata allo stipite.

-Cotta di maglia…- spiega -… molto resistente… ma fa un male d’inferno lo stesso. Dovresti stare più attento con la potenza di quella tua arma. Ora allontanati dal cristallo, traditore. Non ho capito quel che hai detto, ma non mi occorre un traduttore per sapere che hai cattive intenzioni.-

-Non sono un traditore.- replica l’altro -Sono un leale ufficiale della Flotta Stellare Kree e faccio solo il mio dovere.-

-Non lo dicevano anche ad Auschwitz?- ribatte Cap lanciandosi in avanti -Ti hanno parlato di Auschwitz quando ti hanno addestrato per questa missione?-

            “Adamson” spara ancora ma lo scudo resiste ai suoi colpi e Liz Mace gli è addosso sbattendolo a terra e facendogli perdere la presa sulla sua arma.

-Adesso… spia…- gli dice -… mi dirai tutto di te.

-Capitano Tir-Zarr Flotta Stellare Kree… attenta!-

            Istintivamente Liz si volta e vede due soldati Aakon[2] che la stanno prendendo di mira. Con un movimento rapido lancia lo scudo abbattendone uno. Con una capriola all’indietro piomba sul secondo sferrandogli un calcio.

            Alle sue spalle l’alieno che ha detto di chiamarsi Tir-Zarr allunga la mano verso la sua arma caduta ma lo scudo saetta davanti a lui.

-Non provarci.- gli intima Cap, poi recupera l’arma e quindi gli chiede -Perché mi hai avvertito e non hai semplicemente lasciato che quegli Aakon mi uccidessero?-

-Non lo so.- risponde il Kree -Mi è venuto istintivo. Forse è perché gli Aakon sono nemici dei Kree… o forse non mi andava che la uccidessero a tradimento… maggiore.-

            Il riferimento al suo grado effettivo nei Marines fa capire a Liz che Tir-Zarr ha capito la sua vera identità. Del resto se lo aspettava: sapeva benissimo che dal momento che fosse apparsa nei panni di Capitan America tutti avrebbero fatto la connessione con l’unica estranea bionda a bordo della stazione. Non si disturba a negare e si rivolge ancora al prigioniero:

-Dovrei credere che hai agito per salvarmi la vita quando prima tu stesso hai tentato ti uccidermi?-

-Era diverso.- replica l’altro -E comunque non ho ucciso nessuno: l’uniraggio era tarato su “Non letale” o la tua vantata cotta di maglia non sarebbe bastata a proteggerti. Tutti gli agenti si sveglieranno in un paio d’ore sentendosi appena un po’ ammaccati.-

-Mi fa piacere saperlo.-

            A parlare è stata Abigail Brand, la Direttrice dello S.W.O.R.D. dai capelli verdi, apparsa sulla soglia assieme ad un gruppo di agenti in tenuta da battaglia.

-Capitan America…- dice avanzando nella stanza -… vedo che il nostro trucchetto di tenere segreta la tua presenza a bordo ha dato i suoi frutti. Immagino che sarai felice di sapere che il colonnello Rossi e il Maggiore Mace sono al sicuro nei loro alloggi, me ne sono assicurata personalmente.-

            La Brand le sta fornendo un alibi? Ma perché? Liz non ha il tempo di chiederselo. Abigail si ferma davanti all’ufficiale Kree e lo apostrofa:

-Da quanto tempo hai preso il posto di David Adamson? Che ne è di quello vero?-

            Tir-Zarr scuote la testa.

-Mi spiace Direttore, lei sa benissimo che secondo la Convenzione di Fornex io sono tenuto a fornirle solo…-

-Io so che la Terra non ha mai firmato la Convenzione di Fornex… e so anche che non si applica alle spie come te. Portatelo via, lo interrogherò più tardi.-

            Mentre i suoi uomini portano via i prigioniero Kree, Abigail si volge verso Capitan America:

-Skrull, Aakon ed ora i Kree. Tutti vogliono quel dannato cristallo. Ci manca solo che si facciano vivi gli Shi’Ar e siamo a posto.-

            Improvvisamente si ode il suono penetrante di una sirena seguito da una voce proveniente da un altoparlante:

<<Attenzione: astronave sconosciuta in avvicinamento. Ripeto: astronave sconosciuta in avvicinamento.>>

            Abigail Brand commenta:

-Forse dovrei imparare a stare zitta.-

 

            Molto lontano da lì sul pianeta Terra, nella città nota come New York, nel quartiere chiamato Harlem, un ragazzo in costume sta combattendo i fanatici razzisti noti come Figli del Serpente.

            L’eroe adolescente in costume il cui nome di battaglia è Patriot si batte bene, saltando ed evitando i proiettili o deviandoli col suo scudo triangolare mentre colpisce gli avversari con pugni e calci e, pur consapevole di quanto sia quasi impossibile il suo compito, non smette di combattere sotto l’occhio impietoso di una telecamera mentre in lontananza si odono le sirene della Polizia e delle ambulanze.

            Improvvisamente una freccia saetta nell’aria conficcandosi nella canna della pistola di uno dei Figli del Serpente che stava per sparargli alle spalle. L’arma esplode in faccia allo sparatore.

            Con un agile balzo una ragazza balza in mezzo ai Figli del Serpente a fianco di Patriot. Ha i capelli corvini, indossa un costume nero ed una maschera nera con le punte, sulle spalle ha una faretra ripiena di frecce e nella mano destra un arco.

-K… voglio dire Black Arrow!- esclama Patriot -Che ci fai qui?-

-A te che sembra?- ribatte Kate Bishop alias Black Arrow -Ti sto dando una mano. Non dirmi che ti dispiace.-

-Non ci penso nemmeno. Sono felice di vederti.-

-Stanno arrivando anche gli altri. Intanto diamo a questi razzisti quel che si meritano.-

            E Patriot riprende a darsi da fare con rinnovato vigore.

 

                Un luogo segreto. Non molto tempo fa.

-Signori…- esordisce il Leader del Consiglio Ombra -Credo sia doveroso fare una analisi della situazione. L’Hydra si è riunificata sotto la leadership del Barone Strucker, il Supremo Hydra; l’Impero Segreto non fa parlare di sé, il Teschio Rosso e il Seminatore d’Odio se ne stanno quieti, almeno per ora. L’A.I.M si divide attualmente in tre fazioni: la prima fa capo allo Scienziato Supremo ed è alleata al Teschio Rosso; la seconda fa capo a MODOK ed ha come unico obiettivo la distruzione della prima fazione; la terza è costituita dalla neonata A.I.D. guidata dalla dottoressa Monica Rappaccini, che si specializzata in mezzi di distruzione di massa e ciascuna di queste organizzazioni è gelosa e rivale dell’altra. E infine ci siamo noi, che non siamo interessati a questi inutili dissapori: noi perseguiamo solo il potere. La nostra organizzazione agisce dietro le quinte ma ha già ottenuto interessanti successi come: il controllo del Progetto Rinascita e l’attentato al Quartier Generale del F.B.S.A. che ha messo in luce le lacune di sicurezza di quell’agenzia portandoci sempre di più vicini ad ottenere quel potere che ci spetta di diritto.-[3]

-Io credo che per ottenerlo bisogna prima eliminare i supereroi, rappresentanti riconosciuti di un falso ordine precostituito.- interviene il numero 2, una donna.

-Io avrei anche un’altra opzione.- interviene un altro.

-Esprimi pure la tua opinione.- concede il Leader.

-Bisogna trattare col nemico alla pari. Mandare degli esseri superpotenziati contro di loro: il nostro reparto scientifico sta attualmente lavorando a dei nuovi, ambiziosi progetti. Dobbiamo solo trovare dei soggetti adatti.-

-La tua proposta è accettata.- annuisce il Leader -Io, tuttavia, penso anche al reclutamento di superesseri già in attività: non è possibile che nessuno di loro rimanga affascinato dalla prospettiva del potere assoluto. Vorrei in particolar modo trovare qualcuno che si opponga a Capitan America e agli altri cosiddetti eroi patriottici che hanno interferito con la nostra opera di controllo dei superesseri.-

-Un opposto di Capitan America? Un Anti-Cap?- commenta la Numero Due.

-Sì. Mi piace questo termine… ma dovrà essere una cosa molto sottile: il nostro uomo dovrà essere un eroe migliore di Capitan America… coprire il vuoto lasciato dalla sua scomparsa e guadagnarsi il favore del pubblico con i suoi atti eroici.-

-Sì… si può fare.- conviene il Numero Sette -Mi incaricherò di selezionare candidati adatti.-

 -Molto bene.- conclude il Leader -Non ci resta che procedere.-

 

 

2.

 

 

Quella che appare sullo schermo della sala operativa della stazione spaziale è decisamente un’enorme astronave da battaglia pesantemente armata.

-Un’astronave Skrull.- spiega Abigail Brand a Capitan America -Ci mancava solo il suo arrivo. Se non altro ha messo in fuga gli Aakon… che è come rallegrarsi di essere scappati dalla padella per finire nella brace.-

-Perché crede che sia qui?- le chiede Liz.

            Come in risposta alla sua domanda su tutti i canali di comunicazione si ode una voce maschile stentorea:

<<Attenzione Stazione Spaziale S.W.O.R.D. qui è l’incrociatore da battaglia Skrull Generale Kalxor. Io sono il Comandante Kl’rt e richiedo il permesso di salire a bordo.>>

            Ha usato la tradizionale formula marinara di cortesia prima di salire a bodo di una qualunque nave, un gesto che non sfugge a Capitan America.

-Nientemeno che l’originale Super Skrull in persona.- commenta la Brand -Che onore.-

-Che intende fare?- chiede Cap.

-Considerato che quell’astronave ha abbastanza potenza di fuoco da obliterarci tutti e che apparentemente non sembra avere intenzioni ostili, potremmo provare a dargli ascolto.- interviene Miss Marvel appena rientrata dallo scontro con gli Aakon nello spazio esterno.

-Una rara prova di saggezza da una guerriera nata.- commenta sarcasticamente Abigail -Io credo che gli daremmo comunque del filo da torcere ma non ha senso combattere una battaglia che nessuno vuole. Giochiamo al suo gioco. Comandante Kl’rt, sono il Direttore dello S.W.O.R.D. Abigail Brand. Ha il permesso di salire a bordo… da solo e disarmato.-

            Un attimo di silenzio e poi la risposta:

<<Sta bene Direttore Brand.>>

            Pochi minuti dopo il Super Skrull è a bordo della stazione spaziale. Liz Mace cerca di non darlo a vedere ma è impressionata: era appena una ragazzina quando il Super Skrull arrivò per la prima volta sulla Terra[4] ed in seguito si è aggiornata sui suoi ripetuti scontri con vari superesseri.

-Tagliamo corto sui preamboli…- dice la Brand -… perché se qui Kl’rt?-

-Sono venuto a reclamare una vostra prigioniera: la mia guardia del corpo De’Lila.- --La tua cosa?- interviene Miss Marvel –E che bisogno hai tu di una guardia del corpo?-

-Il mio attuale grado lo impone, donna.- è la secca risposta.

-Beh… la tua guardia del corpo è anche una spia…- replica Abigail -… e devo ammettere che ne sono rimasta sorpresa. Credevo che avessi stipulato un accordo con la Guardia dell’Infinito in base al quale, cito testualmente: Il futuro impero si impegna a non aprire fronti di guerra troppo vicini all'area di influenza della Terra e a non agire in maniera diretta contro il pianeta”.-[5]

-Lei è molto ben informata, Direttrice Brand, ma non abbastanza o saprebbe che ho aggiunto di non poter garantire che non ci sarebbero state azioni di intelligence. Purtroppo la ricomparsa di un cristallo di cavorite in questo settore di spazio ci ha forzato la mano e devo ammettere che De’Lila ha agito con eccesso di zelo.-

-Eccesso di zelo?- esclama Liz -Ci… ha quasi ucciso l’intero equipaggio di uno shuttle per distruggere quel dannato cristallo.-

            Kl’rt si volge verso di lei:

-Tu sei la nuova Capitan America, giusto? Ho conosciuto l’originale: valoroso combattente e ottimo soldato… molto idealista. Se vali anche solo la metà di lui, meriti il mio rispetto donna… ma parli comunque a sproposito.-

-Ma come ti permetti…-

            Il Super Skrull la ignora e prosegue:

-Il cristallo che avete trovato è molto instabile. Se raggiungesse la massa critica, le conseguenze sarebbero inimmaginabili.-

-Non ha torto.- commenta Miss Marvel -Una volta mi sono battuta contro un tizio che si faceva chiamare Grottesco che ha cercato di far esplodere un cristallo di cavorite sperando di distruggere la Terra e dal cristallo si aprì un “buco” che risucchiò tutto quello che c’era intorno per circa trecento piedi.[6] Se accadesse su scala più ampia…-

-Esattamente quel che intendevo.- puntualizza Kl’rt.

-E pensi che non possiamo occuparcene noi?- ribatte la Brand.

-Voi Terrestri non siete attrezzati come noi o i Kree.- replica il Super Skrull.

            Prima che Abigail o altri possano ribattere ancora, suona un altro allarme.

-E adesso?- esclama un’esasperata Brand.

-Viene da dove è custodito il cristallo.- dice Miss Marvel.

-Che pessimo tempismo.- commenta la Brand.

-Non perdiamo tempo.- esclama Capitan America e comincia a correre seguita dal Super Skrull.

            Un secondo dopo Miss Marvel le vola dietro.

-Che aspettate?- grida Abigail ai suoi uomini -Non possiamo lasciar fare solo a quelle due.-

            E senza attendere oltre, si muove con le armi in pugno

 

            Quando Falcon si avvicina al letto di sua sorella Sarah nel pronto soccorso è lieto di trovarla tutto sommato bene: le ferite riportate nell’esplosione che ha colpito il quartier generale elettorale di Sam Wilson sono state lievi per fortuna.

            Sarah si sforza di sorridere.

-Vivrò… se è questo che temi.- gli dice.

-Lo so che sei dura da uccidere.- ribatte lui.

-Ora che l’hai detto puoi anche andare. Mi lusinga che il più famoso supereroe nato a Harlem si preoccupi tanto della semplice amministratrice di una parrocchia ma là fuori c’è gente che ha bisogno di te. Non hai sentito che i Figli del Serpente stanno attaccando?-

-Sei sicura…?-

-Sono sicura di non aver bisogno di una balia che mi tenga la mano e Jody sta già arrivando. Non servi a niente qui: fila.-

            Falcon sorride e si china su di lei sussurrandole:

-Sei grande, sorellona.-

-Puoi dirlo forte.- ribatte lei con un altro sorriso.

 

            Capitan America e Miss Marvel sono le prime ad arrivare e notano subito il bagliore proveniente dalla sala e gli oggetti fluttuanti che ne escono.

            Liz Mace si ripara con lo scudo mentre Carol Danvers li distrugge coi suoi colpi fotonici.

-Il cristallo si è attivato e il suo campo antigravitazionale si sta espandendo.- dice.

-Cosa possiamo fare?- chiede Cap.

-Molto poco.- risponde una voce alle sue spalle.

            Il calore che sentono fa comprendere alle due donne ancor prima che si voltino che è arrivato il Super Skrull e che sta usando i poteri della Torcia Umana.

            Lo Skrull si spegne atterrando e si avvicina loro.

-Il campo antigravitazionale creato dal cristallo si sta espandendo in progressione geometrica.- spiega -Presto ingloberà tutta questa stazione e andrà oltre.-

-Ma si fermerà non è vero?- chiede Liz. Non si è mai sentita così impotente.

-Non è detto.- replica Kl’rt -In teoria potrebbe espandersi all’infinito e sconvolgere le forze fondamentali che tengono insieme l‘Universo... o creare un buco nero che assorbirebbe tutto. Il cristallo è un’anomalia di cui perfino gli scienziati Skrull faticano a capire la natura.-

-La spia Kree probabilmente voleva distruggerlo ma forse le sue azioni sono riuscite solo ad attivarlo.- aggiunge Miss Marvel.

-Cosa possiamo fare per fermarlo?-chiede Liz.

-Temo che le nostre capacità servano a ben poco in questo caso.- conclude sconsolato il Super Skrull.

-Dove sono i Protettori dell’Universo quando avresti davvero bisogno di loro?- esclama Abigail Brand appena sopraggiunta -Scommetto che Molecola avrebbe già sistemato il problema con un battito di ciglia… e forse anche la nostra Capitan Universo.-

-Se riuscissi ad attingere ai miei poteri di Binary forse potrei fare qualcosa…- dice Carol -… ma avrei bisogno di uno stimolo energetico che li attivi.-

-Questo può bastare?-

            Mentre dice così il Super Skrull la avvolge in una bolla di intenso calore. Un normale essere umano sarebbe morto quasi istantaneamente ma Carol Danvers sopravvive e non solo: la sua pelle sembra esplodere diventando del colore del fuoco e i suoi capelli divengono fasci infuocati mentre si tramuta in Binary. Senza dire una parola si alza in volo e si tuffa nel cuore del bagliore argenteo.

            Alle sue spalle Capitan America prende la rincorsa e si getta nella sua scia.

-Che pazzia.- commenta Kl’rt poi emette quello che potrebbe essere un sospiro e si infiamma.

            Per Liz Mace è una sensazione nuova e strana fluttuare senza peso. Le sessioni per prendere il brevetto di pilota di jet non l’hanno preparata a questo. Vede Binary bersagliare di energia il cristallo sempre più risplendente.

-Non ce la faccio.- grida –Non ho abbastanza energia per distruggere il cristallo.-

-Attingi alla mia.- le dice il Super Skrull diventando sempre più risplendente avvicinandosi al calore di una supernova.

            Liz Mace si sente sempre più fuori posto tra quei due giganti cosmici. Cosa credeva di poter fare lei? Registra appena il fatto che il calore nova del Super Skrull non l’ha incenerita… anzi: l’aria è piuttosto fredda. Ogni oncia di energia è assorbita da Binary che la usa contro il cristallo ma l’unica cosa che sembra aver ottenuto è che il campo antigravitazionale non si sta espandendo, poi il Super Skrull si spegne crolla esausto, poi è il turno di Binary.

-NO!- urla Cap.

            Con uno sforzo disperato lancia lo scudo verso il cristallo. Non servirà a niente, si dice, ma non poteva restare semplicemente a guardare, non poteva proprio.

            Osserva lo scudo dirigersi verso il cristallo e le sembra che si muova lentissimamente. Lo vede scomparire nell’aura emanata dall’oggetto, poi c’è quella che sembra un’esplosione silenziosa e un lampo di luce la avvolge.

            Si sente fluttuare nel nulla mentre davanti a lei appaiono i volti di suo padre sua madre, sua sorella e Marty Mitchell… poi ecco suo fratello. Le sorride e le tende la mano.

“Jeff… ti ho deluso. Non sono stata all’altezza.”

“Non è vero. Va tutto bene… tutto bene”.

-Va tutto bene.-

            Non è la voce di suo fratello ma quella di una donna. Liz apre gli occhi e si trova davanti Carol Danvers tornata Miss Marvel e Abigail Brand. Più discosto il Super Skrull. A quanto pare, è nell’infermeria della stazione spaziale.

-Cos’è successo?- chiede mettendosi a sedere e combattendo una leggera sensazione di nausea.

-Vorrei davvero saperlo spiegare.- risponde Miss Marvel -In termini assolutamente non scientifici, direi che la particolare composizione del tuo scudo ha dato il colpo di grazia al cristallo che è imploso autodistruggendosi.-

-Vuoi dire che ce l’abbiamo fatta?-

-Esattamente… e siamo anche sopravvissuti per raccontarlo… grazie a Kl’rt che ci ha portato fuori in tempo.

-Sarebbe stato indegno di me lasciar morire due guerriere così valenti.- si limita a commentare il Super Skrull.

-E… il mio scudo?- chiede ancora Capitan America

             Carol sorride prendendo lo scudo da un vicino tavolo.

-Tieni.- le dice -A quanto pare, è davvero indistruttibile.-

            Liz lo afferra e se lo fissa al polso destro.

-Grazie.- mormora.

-Beh…- le chiede Miss Marvel -Come ci sente ad aver probabilmente salvato l’Universo?-

            Capitan America esita un istante poi sorride.

-Benissimo.- risponde.

 

 

3.

 

            L’arrivo di Falcon è provvidenziale per Black Arrow, che sarebbe colpita alle spalle da un Figlio del Serpente se il supereroe nero non intervenisse piombando loro addosso dall’alto.

-Grazie…- gli si rivolge lei e subito incocca freccia con cui disarma un avversario -… ma non credere che non sappia cavamela da sola.-

-Mai detto questo.- ribatte Falcon.

            L’arrivo di Falcon e quello successivo delle Forze Speciali della Polizia e dei ragazzi noti come Giovani Vendicatori costringono i Figli del Serpente a scappare ma pochi ci riescono.

-Qualcosa non mi torna.- commenta, perplesso, Falcon.

-In che senso?- chiede Black Arrow.

-Mi chiedo il senso di tutti questi attacchi.- risponde lui -Non sembra esserci un piano.-

-Sono dei fanatici razzisti, non basta?- replica Patriot.

-Questo vale per la manovalanza ma in passato i loro capi avevano dei piani personali ed usavano il fanatismo dei loro adepti come copertura dei loro veri obiettivi. Diavolo: per ben tre volte il Serpente Supremo si è rivelato un membro di quelle minoranze che diceva di voler combattere.-

-Cosa proponi?- chiede Black Arrow -Non vogliamo essere tagliati fuori, sappilo.-

            Sam Wilson sorride e replica:

-Non ne avevo intenzione. Se volete partecipare, tu e Patriot siete i benvenuti. Quanto a quel che voglio fare, è presto detto: voglio mettere in trappola i Figli del Serpente e smascherare il Serpente Supremo. Mi aiuterete?-

-Puoi contarci.- ribatte deciso, Patriot.

 

            Simon Bixby accende il monitor che si suddivide in sette parti: una più grande, centrale, per il leader e sei più piccole per gli altri componenti del Consiglio Ombra le cui facce sono oscurate. Lui ha dei sospetti sulle loro vere identità, pur sempre un agente della C.I.A. e non uno sprovveduto dopotutto, ma preferisce tenerli per sé: non sarebbe salutare esternarli.

<<Siamo abbastanza soddisfatti di come sta procedendo il suo settore di operazioni Bixby.>> esordisce il Leader <<Ha fatto un buon lavoro a cancellare ogni traccia che potesse collegarci all’attentato all’F.B.S.A.>>

-Ho fatto solo quello che ero incaricato di fare.- replica l’uomo.

<<Non sia modesto, Bixby.>> interviene un altro membro del Consiglio un uomo dall’accento britannico che si sforza vanamente, almeno per le orecchie allenate di Bixby, di nascondere <<Apprezziamo davvero quello che sta facendo con… le risorse superumane… e per questo abbiamo un nuovo incarico per lei ed i suoi ragazzi.>>

 

            Sam Wilson siede ad un diner di Hell’s Kitchen assieme alla dottoressa Claire Temple. Le ultime ore sono state sfibranti per entrambi. Se Sam ha avuto un bel po’ di problemi nei panni di Falcon, Claire ha dovuto fare i conti con turni massacranti all’ambulatorio medico gratuito che gestisce assieme al dottor Noah Burstein.

            Entrambi si meritano un po’ di relax ma non sempre si ottiene ciò che si vuole.

-Ma guarda se non è proprio il vecchio Snap.-

            Al suono di quella voce Sam Wilson alza la testa. Chi lo ha chiamato con un soprannome che preferirebbe dimenticare?

            In piedi accanto al loro tavolo c’è un nero alto e massiccio con la testa rasata e la barba rada.

-Non dirmi che non ti ricordi di me, Snap?-

            Sam ripesca dalla memoria immagini che ha sepolto nel subconscio per troppo tempo ed esclama:

-Geoffrey?-

 

 

4.

 

 

            Seduti in un salottino privato di un locale di Harlem, Sam Wilson ed un suo vecchio conoscente si confrontano.

-Sono contento che hai accettato il mio invito, Snap.- dice il nero massiccio e barbuto.

-Non mi hai dato molta scelta, mi pare, Geoff.- ribatte Sam.

            L’uomo il cui nome è Geoffrey Wilder sorride sornione e replica:

-Dovevamo discutere di cose importanti… cose che riguardano i vecchi tempi, Snap. Mi dispiace di aver rovinato i tuoi piani per la serata con la tua amica… bella donna se mi consenti.-

-Lei lasciala fuori… e non chiamarmi Snap. Il mio nome è Sam.-

-Come vuoi… Sam. Curioso come cambia la gente. Quando stavi a Los Angeles non volevi assolutamente che ti chiamassimo così, preferivi proprio Snap.-

-All’epoca non… non ero esattamente me stesso. Ora sono cambiato.-

-Chi di noi non lo è? Ma eravamo un bel gruppo non credi? A proposito… Catherine ti saluta.-

-Catherine.- mormora Sam -Tu e lei siete ancora sposati?-

-Ancora dopo quasi vent’anni. Incredibile, vero? Nostro figlio sta per iniziare l’ultimo anno del liceo. Non sa cosa fa davvero suo padre per vivere…e non dovrà mai saperlo. Pensa che sia un uomo d’affari, che traffichi in azioni e titoli.-

-E in cosa traffichi invece, Geoff? Droga? Esseri umani? Cos’altro?-

            La sola risposta è un altro sorriso sornione, poi Wilder prosegue:

-Quando scomparisti ci rimanemmo tutti male. Credemmo fossi morto, immagina la nostra sorpresa… e la nostra rabbia quando improvvisamene ricomparisti e ti consegnasti alle autorità per poi dichiararti colpevole dei reati da te commessi facendo anche un bel po’ di nomi… non il mio per mia fortuna.-

-Eri solo un pesce piccolo…- replica Sam -… e avevi una moglie ed un figlio piccolo, perché rovinare loro la vita?-

-Suppongo che dovrei ringraziarti allora… e forse dovrebbe farlo anche Lotus Newmark. Ti ricordi di Lotus?-

-Lotus… sì, non l’ho dimenticata.-

-E nemmeno lei credo. In fondo si può dire che è grazie a te che è diventata il big boss della Contea di Los Angeles: il repulisti fatto dalle autorità grazie alle tue rivelazioni le ha aperto la strada fino alla cima.-

            L’estrema ironia del destino, pensa con un sorriso amaro Sam. Ricorda Lotus Newmark: una ragazza bella, ambiziosa, selvaggia. Mezza cinese e mezza chissà cos’altro, donna da prendere con le molle ma molto sensuale.

-È stata lei a mandarmi qui.- continua Wilder -Non so perché ma si è improvvisamente ricordata dell’aereo su cui eri quando sei scomparso di ritorno da Brasile. Un aereo carico di merce per dieci milioni di dollari.-

-Quel… quell’aereo è scomparso inghiottito dal Mar dei Caraibi… io mi sono salvato a stento e il pilota ci ha rimesso la pelle.-

-Il che fa di te la sola persona vivente che sa dove si trova il relitto… ed è là che mi condurrai per recuperare la merce.-

-E perché mai dovrei farlo? Perché dovrei aiutare dei criminali proprio adesso? Come pensi di convincermi? Non hai nulla con cui ricattarmi: il mio passato è di pubblico dominio e ho scontato la mia pena.-

-Ma hai anche una sorella e un nipote… per tacere della tua amica dottoressa.-

-Bastardo!- esclama Sam scattando in piedi ed afferrando Wilder per il bavero -Se provi a far loro del male…-

-Non è mia intenzione fargliene, credimi.- ribatte, per nulla turbato, il suo interlocutore -Se accetti la mia proposta saranno perfettamente al sicuro, ma se rifiuti o se mi denunci e cerchi di farmi arrestare, saranno tutti morti entro domattina. Tu mi conosci… e conosci anche Lotus: sai che lei non sa nemmeno cosa sia uno scherzo.-

            Già, pensa Sam, è spietata e senza cuore.

-D’accordo- risponde lascando andare Wilder -Ma se poi alla mia famiglia ed ai miei amici accade qualcosa… tu e Lotus ve ne pentirete per il resto delle vostre vite, puoi starne certo.-

-Ti credo…Sam.- replica, serio Geoffrey Wilder -Anch’io so quando non scherzi.-

 

            La MacDill Air Force Base si trova a circa 4 miglia[7] a sud-sudovest di Tampa in Florida. È la sede del 6° Stormo trasporti dell’Aviazione militare americana e soprattutto del Comando Combattente Unificato Centrale che sovraintende alle Forze Armate destinate ad intervenire in Medio Oriente, Egitto e Asia Centrale, il che ne fa al momento attuale una delle installazioni militari meglio sorvegliate degli Stati Uniti.

Ma non è questo che ci interessa adesso, bensì la giovane donna bionda e dagli occhi azzurri vestita con l’uniforme di servizio color verde oliva dei Marines che dal patio di una villetta all’interno della base osserva il tramonto del sole.

È stata una giornata dura per Elizabeth Mary Mace ed il ricordo delle ultime ore è ancora vivido in lei.

Abigail Brand e Carol Danvers hanno coperto la sua identità di Capitan America con Mike Rossi, che essendo rimasto svenuto tutto il tempo, non ha nemmeno saputo del suo intervento anche se le è sembrato comunque sospettoso... ma forse è una paranoia sua.

-Come tuo solito, Rossi, hai dormito tutto il tempo.- lo ha apostrofato Abigail.

-Il che, lo ammetto, è insolito in tua presenza cara Abby.- ha replicato lui ridendo.

-Sparisci.-

            Rossi ha sogghignato e si è rivolto a Carol Danvers:

-Vorrei dirti, Carol, che è stato bello rivederti… sia pure per poco.-

-Anche per me.- ha risposto lei accennando un sorriso -Cerca di non metterti nei guai, Asso.-

-Mi conosci: è impossibile.-

-Quante inutili smancerie.- commenta la Brand.

A quanto sembra, ha deciso di rilasciare la spia Skrull De’Lila come gesto di buona volontà e ringraziamento per l’aiuto prestato dal Super Skrull nella crisi del cristallo di cavorite. Che ne sarà della spia Kree non ha voluto dirlo.

Poco prima di raggiungere la sua nave Kl’rt si è fermato davanti a loro facendo l’equivalente Skrull del saluto militare e ha fissato per un attimo in più Liz come se avesse capito chi è anche se sta indossando la sua uniforme da Maggiore dei Marines. Impressione rafforzata dal leggero inchino che ha fatto.

Pochi minuti uno shuttle dello S.W.O.R.D. li ha riportati sulla Terra lasciandoli a MacDill per consentire a Mike di fare immediato rapporto sul fato del cristallo alla locale postazione della D.I.A.

-A cosa pensi?-

            La voce la scuote dai suoi pensieri. Liz si volta e si trova davanti Mike Rossi in uniforme azzurra dell’Aviazione.

-Ripensavo agli ultimi avvenimenti.- risponde -È stato tutto così insolito per me.-

-Resta al mio fianco per un po’ e ti abituerai all’insolito, vedrai.- replica sorridendo, Rossi -Ti ho mai raccontato di quando ho fatto evadere Rogue dall’Eliveicolo?-[8]

-Solo un centinaio di volte.-

-Sul serio? Devo stare invecchiando.-

-Che ci fai qui?-

-Sono venuto a dirti che siamo invitati a cena dal comandante. Non possiamo dire di no: ci sarà anche il Generale Austin.-[9]

-Oddio… non ci vorrà l’uniforme da sera vero? Non l’ho portata con me.-

            Rossi fa un’allegra risata e replica:

-Tranquilla, sarà una serata abbastanza informale.-

-Vado a prepararmi.- dice Liz.

            Si ferma di colpo sulla soglia e si volta verso Rossi chiedendogli a bruciapelo:

-Cosa c’è stato tra te e Carol Danvers? Perché c’è stato qualcosa, non negarlo.-

-Perché me lo chiedi?- ribatte Mike -Sei gelosa forse?-

-Io…- balbetta imbarazzata Liz -… certo che no, che motivo avrei? È solo curiosità femminile.-

-Certo… certo. Beh, se ci tieni proprio a saperlo, siamo stati insieme per un po’ poi ci siamo lasciati poco dopo la sua rocambolesca fuga dalla Russia e prima che lei diventasse Capo della Sicurezza del Kennedy Space Center. Non sono certo di ricordare perché, ma sono abbastanza sicuro che è stata colpa mia.-

            Un velo di tristezza cala sul volo di Rossi e Liz capisce che è stata una cosa davvero seria.

-E Abigail Brand?-

            Mike sogghigna e replica:

-Ah… davvero questa mi sembra una crisi di gelosia. Mi appello al Quinto Emendamento avvocato.-

            Fa un paio di passi verso di lei dice:

-Tutto questo parlare della mia vita sentimentale mi ha fatto venire in mente una cosa.-

-Cosa?-

-Questo.-

            Con un movimento rapido la afferra alla vita attirandola a sé e baciandola.

-Mike… ti prego.- balbetta Liz -Ci siamo già passati e non va bene.-

-A me pare che sia andata benissimo.- replica lui baciandola ancora.

-Il comandante…-

-Aspetterà… è ancora presto.-

            Liz cessa la sua debolissima resistenza e ricambia il bacio. Il suo pensiero va a Marty Mitchell, poi smette di pensare e si lascia andare mentre Rossi chiude la porta del Bungalow alle loro spalle.

 

            Belinda Scott è a bordo della postazione mobile della WFSK e rivede il “girato” del giorno. Tutto molto interessante ma nulla di veramente eccezionale. Si rilassa un attimo ed è allora che nota l’auto ferma a fianco del furgone: quello a bordo è Sam Wilson con a fianco un altro uomo di colore. Hanno appena imboccato l’uscita per l’aeroporto La Guardia. Ma perché? Certo potrebbero andare in qualunque altra parte di Queens, ma qualcosa le dice che non è così.

            Il lavoro di una giornalista investigativa è fatto in buona parte di istinto e Linda era una brava giornalista investigativa prima di farsi risucchiare dai reality show e talk show e non è ancora arrugginita.

-Frank…- ordina all’autista -… vai dietro a quell’auto blu.-

            Seguirà il suo istinto e accada quel che accada.

 

 

5.

 

 

            L’Aeroporto Internazionale di Tampa è abbastanza affollato ma Sam Wilson non fatica a capire chi li sta aspettando. Riconosce immediatamente Lotus Newmark, che indossa una camicetta annodata all’altezza del seno, pantaloni aderenti e porta i lunghi capelli neri agghindati in una treccia che ricade lungo la schiena. Con lei ci sono dei guardaspalle robusti e una donna dai capelli castani che non ha affatto l’aria del gangster ma della manager.

-Snap Wilson!- esclama Lotus e senza badare a quelli che li guardano gli afferra il viso e lo bacia, poi lo lascia e gli molla una schiaffone -Questo è perché non ti sei fatto sentire per anni.-

-Non sei cambiata in tutti questi anni, Lotus.- commenta Sam massaggiandosi la guancia -Per niente.-

-Certo che sì, Snap.- ribatte lei -Sono più cattiva.-

-Non ama più essere chiamato Snap.- puntualizza Geoffrey Wilder.

-Io lo chiamo come mi pare.- ribatte Lotus -Non mi frega un fico secco se ora è un pezzo grosso della politica: quelli non mancano di certo nel mio libro paga. Ora non perdiamo tempo e vediamo di trovare quel dannato aereo e il suo carico.-

-Ti avverto Lotus…- le dice Sam -… io ho solo una vaga idea di dove può essere affondato l’aereo, ero troppo impegnato a salvarmi la vita per prendere le coordinate corrette.-

-A questo penserò io.- dice la donna misteriosa -Lei pensi solo a portarci nel luogo giusto.-

            Sam vorrebbe fare delle domande ma ci rinuncia: ha la sensazione che non avrebbe risposte soddisfacenti.

            Fuori dall’aeroporto li attende un’auto e tutti ci salgono a bordo. Sam Wilson è decisamente cupo: comunque vada a finire, questa forzata rimpatriata, non sarà piacevole, questo è sicuro.

 

            Joy Mercado entra nella redazione di Now e subito il direttore Charlie Snow la chiama nel suo ufficio.

-A che punto è l’inchiesta sulle bombe al Quartier Generale del F.B.S.A.?- le chiede.

-Ad un punto morto.- ammette, sconsolata, la ragazza -Abbiamo smascherato un tecnico informatico della sede dell’F.B.S.A. di New York che aveva alterato i loro file sull’inchiesta facendo sparire chissà quali indizi, ma è stato assassinato prima di poter parlare. Il mio… informatore a Quantico[10] dice che cercando di risalire ai suoi contatti si sono imbattuti in una sfilza di cadaveri. Dice anche che stanno lavorando per tentare di recuperare i dati cancellati ma sono scettici.-

-Te la senti di staccare per un po’ e di occuparti d’altro?-

-Non penserai di togliermi la storia, vero?- esclama Joy -Sai quanto è importante!-

-Per via di Jeff Mace, vero?- replica Snow -Tranquilla… è importante per tutti noi qui dentro, specie per me. Mi piaceva quel ragazzo… non nel modo in cui piaceva a te, ovvio… era un po’ ingenuo, forse, ma in gamba. Puoi continuare a seguire la sua storia ma vorrei anche che ti occupassi d’altro. Ti ricordi di Frank Raymond?-

-Chi? Aspetta… Ma certo: non è quell’avvocato di colore famoso per le cause sui diritti civili che venne qui a fare una scenata su un articolo su un centro giovanile? Me n’ero quasi dimenticata. Aveva minacciato di farci causa, se non sbaglio.-

-Esattamente. Era un articolo sul fatto che il Centro Sociale Richard B. Ayers era il paravento di un traffico di droga… cosa che credono sia la Polizia che la Procura Distrettuale, peraltro. Vorrei che tu dessi una mano a Kat Farrell, che ha scritto l’articolo originale a rivedere i fatti in caso la minaccia di Raymond diventi reale.-

-Uhm... posso farlo, certo, ma a Kat piacerà che faccia le pulci al suo lavoro?-

-Non preoccuparti di questo e fa quel che ti chiedo… per favore.-

 

Liz Mace passeggia per le vie di Tampa immersa nei suoi pensieri. Per quanto si fosse ripromessa di non farlo, ci è ricascata con Mike Rossi ed ora è in preda ai sensi di colpa. Come Capitan America dovrebbe essere un esempio di rettitudine ma come può pretendere di esserlo se non riesce ad essere onesta nemmeno con l’uomo che ama?

            Forse è perché sta pensando a Marty Mitchell che Liz nota la coppia composta da un uomo di colore di circa un metro e novanta e una giovane donna bianca e bionda o forse li avrebbe notati comunque. Con quel fisico e gli occhiali scuri che accentuano la sua aria misteriosa lui non passa certo inosservato e lei è il tipo che gli uomini si voltano a guardare una seconda volta. Lui, poi, le sembra vagamente familiare, ma forse è perché assomiglia ad un attore.

            Distratta, Liz si ritrova a sbattere contro qualcuno davanti a lei: un altro uomo di colore, tanto per cambiare.

-Mi scusi…- farfuglia -… io…-

            Di colpo si ferma. Lo ha riconosciuto: è Sam Wilson. Prima che lei possa dire qualcosa, è lui a dire:

-Non c’è problema, signorina, stia solo più attenta la prossima volta.-

            Ha fatto finta di non riconoscerla, ma perché? Deve avere a che fare con quelli con cui è in compagnia. Che sia prigioniero? Di sicuro non è per caso che le ha detto di stare attenta.

            Sì: c’è certamente qualcosa che non va e l’istinto le dice che se vorrà scoprire cos’è, dovrà farlo nei panni di Capitan America.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            E così finisce anche questa storia che qualcuno di voi potrebbe aver trovato un po’ anomala. Solo poche cose da sottolineare:

1)    In questa storia veniamo a sapere che l’uomo di colore visto negli ultimi due episodi è Geoffrey Wilder, personaggio creato da Brian K. Vaughn & Adrian Alphona nella serie Runaways. Questa è la sua prima apparizione MIT e la sua biografia sarà un po’ diversa da quella dell’Universo Marvel tradizionale. Tanto per cominciare, i suoi trascorsi con Snap Wilson sono un’idea mia

2)     Se non sapete chi è Kl’rt il Super Skrull, è inutile perfino che ve ne parli. Vi basti sapere che, come rivelato nella serie MIT dedicata alla Guardia dell’Infinito, è di recente divenuto Comandante in Capo dell'Esercito del Principato di Satriani, uno degli stati che reclamano l’eredità dell’Impero Skrull.

3)    Il Centro Sociale Richard B. Ayers è stato chiamato così in omaggio a Dick Ayers, leggendario inchiostratore delle matite di Jack Kirby nei primissimi anni della Marvel morto all’età di 90 anni nel maggio 2014.

4)    L’uomo di colore e la donna bionda incrociati da Liz Mace a Tampa altri non sono che Blade e Donna Garth anche loro in Florida per ragioni che saprete leggendo l’ultimo episodi de La Tomba di Dracula.

5)    Infine, il solito ringraziamento a Fabio Volino per aver fornito una scena (sia pure parzialmente rielaborata da me) e lo spunto per un paio di sottotrame. Grazie Fabio.

Nel prossimo episodio ci immergeremo in atmosfere da film noir e da gangster story, ma non dimenticheremo certo le nostre abituali sottotrame.

            A presto.

 

 

Carlo



[1] Sentient World Observation and Response Department.

[2] Una razza aliena che abita un settore della Via Lattea ed è in perenne antagonismo coi Kree.

[3] Nell’episodio #50.

[4] Molto tempo fa su Fantastic Four Vol.  1° #18 (Prima edizione italiana Fantastici Quattro, Corno #13).

[5] Come visto su La Guardia dell’Infinito MIT #25.

[6] Circa 91 metri

[7] Circa 6,4 chilometri.

[8] Su Uncanny X-Men #182 (In Italia su Gli Incredibili X-Men #10.

[9] Il Generale Lloyd Austin Esercito degli Stati Uniti, Ufficiale Comandante del Comando Combattente Unificato Centrale.

[10] Località della Virginia dov’è situata la base temporanea del F.B.S.A.